Sono cresciuta nella convinzione che i soldi contino parecchio nel fare la felicità.
Che, anzi, la felicità viene dopo i soldi e per essi devi fare rinunce, non pretendere troppo e ponderare ogni spesa in modo oculato.
Quest’ottica mi ha resa prudente e risparmiatrice. Ma, col senno di poi, ha dato alla moneta un valore troppo alto rispetto a quello che oggi credo si meriti. Ovvio, non sto qui a dire che i soldi non servono a niente, ma che sono sopravvalutati si!
Lo sono quando attribuisco lo stato di benessere personale all’acquisto di un bene di consumo. Ogni volta che mi sento giù compro qualcosa. E cosa fai quando dopo poche settimane guardi quella borsa e non ti infonde più la stessa gioia?
Lo sono quando non mi accorgo che fare una passeggiata in campagna mi dà un senso di pace che non compro in nessun centro commerciale.
Lo sono quando faccio di tutto per assicurarmi una stabilità economica, ma una volta raggiunta l’irrequietezza resta lì, a sorridermi sfacciata.
Certo, i soldi sono un mezzo per accedere a condizioni che creano serenità, circondarsi di cose belle e fare esperienze esaltanti, creando un ambiente nel quale sentirsi felici e appagati è molto più semplice.
Ma basta leggere biografie di gente ricca per accorgersi che non tutti se la sono goduta spensieratamente, nonostante i grandi mezzi disponibili.
Chi è felice ha qualcosa che va oltre ogni aspetto materiale.
Chi tocca l’essenza della gioia comprende il vero fondamento della ricchezza.
Il mio elemento chiave l’ho afferrato una mattina, sul tappetino. Profondamente impegnata nel far camminare a braccetto mente e corpo, sciogliendo nel respiro le tensioni di movimenti lenti e consapevoli, ho avuto chiara e forte la percezione di essere ricca.
In quest’epoca storica avvolta dall’oscurità crescente, in cui tutti corrono, la realizzazione è d’obbligo e dobbiamo metterci in vetrina, belli, intelligenti e simpatici, ho colto la fortuna di avere del tempo puro a disposizione, senza battiti d’orologio a scandirlo, da dedicare a me stessa e nient’altro.
Quante persone possono concederselo?
Io stessa non posso farlo sempre. Ma ciò non mi impedisce di sfruttare a mille i momenti disponibili e trovare soluzioni quando scarseggiano.
Il cammino verso la felicità è tortuoso, stancante.
E’ molto più semplice abbandonarsi al richiamo dell’ozio e spegnere i sensi, abbandonandosi a intrattenimenti passivi.
Ma, se ostinatamente ti inerpicherai nel sentiero che ti appare luminoso, scoprirai il senso del tempo, ti abbandonerai al suo flusso senza cercare di domarlo, troverai per strada nuove risorse. E chissà, i soldi che ti serviranno magari verranno da sé frutto del tuo impegno e della tua dedizione, di un sacrificio positivo, che porta a vivere e non ha sopravvivere.
“La vera ricchezza non deriva dall’abbondanza dei beni materiali, ma da una mente serena”. (Maometto)
Concludiamo il nostro viaggio nel libro "Come insegnare l'intelligenza ai vostri bambini" secondo le indicazioni…
La farmacologia fa parte della nostra vita quotidiana. I farmaci sono importanti, salvano la vita,…
La scelta dell’attività sportiva impatta sulla voce? Anche in questo caso la risposta è positiva…
Le tue ultime parole… Vivere e non sopravvivere… Sono le stesse parole che ho usato alla fine di un mio scritto… Quegli impulsi che ti vengono così mentre stai facendo tutt’altro che pensare di prendere carta e penna e scrivere… Le poche volte che mi capita lo faccio ancora così… mentre sono impegnata nel semplice gesto di passare l’aspirapolvere di mettere a bollire l’acqua sul gas… In questo periodo non sono molte le cose da poter fare e le fai ormai in meccanica mentre la mente viaggia chissà dove e i pensieri si incontrano e scontrano in testa… Nel cercare di catturare pezzi di questi pensieri con le speranze, le paure, le preoccupazioni e tutto quello che c’è di così bello nel poco che abbiamo e brutto di quello che viviamo… La mia conclusione sono state le tue stesse parole…. Mi mancano molte cose in questo periodo ma la cosa che mi manca di più è la semplice consapevolezza di vivere…. Perché ci stanno permettendo solo di sopravvivere.
Capisco perfettamente!
E’ un periodo di grande introspezione, anche perchè c’è molto meno da fare rispetto al solito e ci si perde nei propri pensieri, che come dici tu non sono sempre belli, anzi. Alle volte mi capita di lasciare andare il filo di un ragionamento perchè mi porta alle cose delle quali ci stiamo privando. Che poi nella maggior parte dei casi non sono cose eclatanti o pretenziose, ma un caffè in santa pace con un’amica in un bar, nel via vai del mondo, sembrava tanto scontato prima e ora è un evento prezioso!
Ogni giorno io cerco di prenderlo come una sfida, a non cadere nella conta dei dispiaceri, a cercare di farmi bastare spazi, stimoli, contatti a distanza…
Passerà certo. E non tutti saremo migliori, ma qualcuno si…e tra questi ci saranno le persone che sanno fermarsi mentre puliscono casa, per lasciare una traccia scritta su un pezzo di carta, che un giorno rileggeranno per pensare a questi momenti che mai avremmo immaginato di dover attraversare.
Un abbraccio