Ci sono giorni in cui sprizzi energia da tutti i pori e altri nei quali, senza un motivo apparente, ti senti uno straccio non appena metti piede fuori dal letto.
Quando ti senti al meglio fai bene a pretendere, a spingere sulle attività e ad essere produttivo.
Ma quando percepisci che nonostante i tentativi proprio non funziona, la cosa peggiore che puoi fare è continuare a forzarti. La scelta migliore è invece accettare ciò che sta accadendo, accogliendo il tuo stato d’animo con la consapevolezza che non portai trovarti quotidianamente sulla cresta dell’onda.
Lo so!
La tua mente sta già innalzando le prime difese e muovendo valide obiezioni. Ti hanno insegnato che non si molla, che devi essere inflessibile e che le cose vanno fatte e basta, piacciano o meno.
E’ il tuo “dovere”, questa parola pesante come un macigno e con radici profonde, difficili da estirpare. Abbinato al “senso di colpa” poi si fa ancora più vincolante.
Certo, ci sono impegni che non sono assolutamente rimandabili ma in fondo, se ci fai caso, si contano sulle dita di una mano (e pure con qualche avanzo).
Nella maggior parte dei casi qualsiasi obiettivo urgente tu ti sia posto per quella giornata, potrà essere posticipato o delegato senza creare situazioni critiche.
Attenzione!Non ti sto incitando alla procrastinazione, con tutto il rimandare all’infinito che essa comporta, ma ti sto proponendo un’alternativa valida: la rimodulazione.
Rimodulare significa cambiare rotta alla propria giornata, anche repentinamente; richiede un ingrediente molto importante che non tutti applicano ma che si può allenare: la flessibilità.
Cosa faccio io quando mi trovo in queste situazioni?
Se le cose non ingranano e anzi, va tutto storto, insistere per portare a casa il risultato diventa controproducente. La mente comincia a remarmi contro, l’umore si tinge di grigio ed emergono i giudizi negativi, l’autocritica al mio operato o a quello degli altri, la conta degli errori, l’imputazione di incostanza…anche il più piccolo imprevisto si trasforma in un enorme ostacolo.
Il livello di stress si alza, il nervosismo aumenta e io capisco che devo assolutamente cambiare approccio.
Cerco allora un momento per stare sola e connettermi con me stessa. Se posso, mi siedo, chiudo gli occhi e comincio a respirare. Mi pongo in ascolto profondo, scandagliando le mie sensazioni e le reazioni di corpo e mente. Il battito del cuore ad ogni respiro lento comincia a calmarsi.
Osservo il mio stato d’animo, lo analizzo e mi domando se voglio alimentarlo continuando sulla strada della rabbia e dei pensieri negativi o se posso fare qualcosa per disinnescarlo.
Se ne ho la possibilità stacco la spina completamente e mi dedico al relax totale.
Ognuno ha le sue ancore di salvezza: i miei balsami sono passeggiare, sfogarmi con le amiche, fare yoga o un bagno caldo. Qualsiasi cosa abbia l’effetto di alleggerire e ristorare va bene.
L’importante è prendersi una pausa.
Hai mai notato che distrarti da pensieri cupi e pressanti, tornandoci a distanza di tempo e con la mente sgombra, ti permette di ridimensionarne la portata?
La nube nera come per magia si è dissipata e tu intravedi spiragli di luce insperati.
Se invece ho degli impegni o sono al lavoro scelgo di “ridurre la potenza del motore”. Mi dedico ai compiti più semplici, mi muovo con calma e lentezza, faccio una cosa alla volta con consapevolezza, abolendo il multitasking.
Non dimentico di idratarmi, perchè un bel bicchiere d’acqua mi riporta lucidità e mi sgranchisco le gambe appena possibile.
Assumo insomma una modalità a basso consumo energetico, nell’attesa di potermi concedere completo riposo.
Te lo posso assicurare: se seguirai la via della connessione forse per quel giorno non sarai sul pezzo ma il mondo andrà avanti come al solito e tu non ti sarai perso niente, anzi, avrai guadagnato del tempo prezioso di cura e attenzione verso te stesso.
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